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03/12/24 ore

"Cenere", mostra personale di Ak2deru allo Spazio Y di Roma


  • Giovanni Lauricella

Come tutti sappiamo, le gallerie d’arte romane le trovi prevalentemente nel centro storico, come pure quasi tutte le principali iniziative culturali; sembra che dentro le mura Aureliane esista una strana forza gravitazionale che fagocita tutto e tutti, come se ci fosse una sorta di “Triangolo delle Bermude” che più o meno misteriosamente riesce ad inghiottire la maggior parte degli appassionati d’arte.

 

Un fenomeno che, se rapportato alla dimensione della città, è molto squilibrato specie se si considera tutta l’area metropolitana della capitale.

 

Il problema è l’isolamento che si prova nel momento in cui si esce da quel “Triangolo delle Bermude” di cui sopra, proprio quello che invece non ho avvertito quando mi sono recato allo Spazio Y, una vera eccezione nel desolato quadro romano (anche se il locale, scusate l’ironico gioco di parole, sta proprio nel Quadraro, noto quartiere romano della zona sud).

 

Tutto questo scenario ha il suo fascino, se lo vedi in bianco e nero come nelle pellicole che lo ritrassero nei vecchi film, perché ora è diventato un quartiere ambito, eroso dai morsi voraci della speculazione immobiliare. Lo spazio Y è sorto per l’iniziativa di una nota attivista di quartiere, Giovanna Colamussi e col generoso contributo di un imprenditore, Domenico Grieco, divenendo un luogo che gode dell’interesse di molti cultori dell’arte.

 

 

L’inaugurazione era una serata speciale in quanto avveniva in concomitanza all’esposizione una performance musicale di percussioni ad opera del fratello di AK2deru, Kicco Careddu,  il che rimarcava ancora di più l’ambientazione particolare dell’incontro.

 

Nell’unica sala che costituisce lo spazio espositivo campeggiavano per tutta la grandezza delle pareti le scure opere di Ak2deru: dei giganteschi fogli di carta dipinti di nero che avevano come motivo ripetuto in tutta la superficie dei segni di varia foggia che si incrociavano come a formare un ritmo quadrettato che dava la sensazione di varie forme d’onda, una plasticità “sonora” che, per quanto efficace e nuova, non stupisce chi conosce la provenienza musicale dell’autore.

 

Infatti Ak2deru ha studiato musica per sette anni dall’allora vice direttore di Santa Cecilia Gian Paolo Chiti e poi ha continuato come assistente dal suo “padre spirituale”, Alvin Curran.

 

 

Cenere”è il titolo dato alla mostra, curata da Claudio Libero Pisano, perché AK2deru ha usato proprio questo materiale, la cenere, come pigmento della sua vernice per realizzare le pitture su carta, invenzione che gli ha permesso di scoprire e sperimentare diverse tonalità a seconda dei materiali combusti, sorta di colore che gli ha permesso di ottenere una superficie vibrante. Ma in una cosa ha fallito, da qui il motivo della lunga introduzione: la cenere sparsa sul pavimento della galleria che confermava l’intento dell’installazione era praticamente invisibile tanto la sala era affollata di visitatori; in questi casi certi limiti tocca accettarli, non si può rinunciare agli invitati.

 

Questa mostra, a detta dell’associazione che gestisce lo spazio conclude un ciclo, e poi riaprirà in una forma tutta nuova: un nuovo percorso per un nuovo cammino di cui siamo in attesaOltre al testo del catalogo di Libero Pisano segnalo, per chi può essere interessato, anche quello di Simona Pandolfi.

 

"Cenere", mostra personale di Ak2deru
A cura di Claudio Libero Pisano

Dal 15 marzo al 15 aprile 2017

Spazio Y

Via dei Quintili 144 Roma

 

 


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