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02/12/24 ore

M5S, con le peggiori impressioni


  • Ermes Antonucci

Di fronte al premier incaricato Bersani, e in diretta streaming, i duri e puri portavoce grillini Lombardi e Crimi - orfani di Grillo, quest’oggi assente all’incontro “per non interferire” (sic!) - hanno ribadito la propria intenzione di non fornire alcuna fiducia ad un ipotetico governo a guida Pd, e si sono detti pronti, invece, a condurre un futuro esecutivo a 5 stelle.

 

L’impressione più evidente è che, a conferma di ciò che viene sottolineato da mesi su Agenzia Radicale, il Movimento 5 Stelle non abbia alcuna intenzione di assumersi responsabilità di governo, per un unico e semplice motivo: non è assolutamente in grado di delineare un percorso politico credibile e specificare i mezzi con cui conseguirlo.

 

A dimostrare l’ineluttabilità di questo ribellismo fine a se stesso sono diversi elementi: i timori di Grillo in campagna elettorale su un possibile successo del movimento (“Se dovesse succedere sto botto saremmo anche un po’ in difficoltà”), il modo con cui sono stati allontanati negli ultimi mesi esponenti di spicco dell’ambiente a 5 stelle (soprattutto nel vasto bacino elettorale emiliano-romagnolo), e il fatto, infine, che ad una settimana dall’inizio dei lavori alla Camera e al Senato i grillini eletti non abbiano ancora presentato alcun disegno di legge (contro i 600 di tutti i partiti).

 

L’incapacità di andare oltre le semplicistiche, demagogiche, inconsistenti sparate elettorali fa sì che gli eletti del Movimento proseguano inevitabilmente sulla medesima strada. Pavoneggiando l’uso della suprema Rete e dello streaming, come il buon guru Casaleggio richiede. Mostrando il proprio “celodurismo”, molto social ma pieno di contraddizioni (la più palese: rifiutare l’appoggio ai quei partiti che “da vent’anni ripetono le stesse cose”, ma richiedere a loro un’improvvisa e illuminata presa di coscienza per permettere la nascita di un governo a 5 stelle).

 

Alimentando, infine, la fruttuosa propaganda anti-Sistema, e portandola ai massimi livelli, come dimostra la costante cantilena di precisazioni rivolta ai giornalisti: “Per evitare che diciate che appoggiamo un governo Pd, chiariamo che…”, “per evitare che diciate che ci asteniamo, ripetiamo che…”. Un atteggiamento che forse piacerà ai militanti più incalliti, ma che non evita il rischio di macchiarsi di ridicolo: “Dove dobbiamo uscire per evitare che domani diciate che abbiamo sbagliato uscita?”.


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