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02/12/24 ore

Riflessi, Baldo Diodato e Adele Lotito


  • Giovanni Lauricella

Nella galleria Borghini Arte Contemporanea, attiva da pochi anni, si cimentano sul tema della luce due artisti ben noti della scena romana: Baldo Diodato e Adele Lotito. Il tema della luce è riferito in particolare all’illuminazione elettrica; infatti la galleria da alcuni anni propone un programma che ha a che fare con l’attività imprenditoriale dei Borghini, noti per la commercializzazione e credo anche la produzione di materiale elettrico. Infatti nell’attiguo locale c’è la sede e punto vendita storico della ditta che da molti anni svolge questa attività.

 

Riflessi è il titolo dato in comune a questa doppia personale, che forse è più pertinente alle opere di Adele Lotito per quella della luce naturale. Infatti l’artista espone dei supporti di metallo lucido che rispecchiano lo spettatore, mentre in un lato dello stesso si notano stampati svariati numeri in un colore ruggine molto scuro che sembrano a rilievo.

 

Nell’intenzione di Adele Lotito credo ci sia la voglia di evocare la macabra rappresentazione disumanizzante del non nome dato agli immigrati nel fenomeno mediatico, che correntemente vengono ricordati con i numeri il cui riflesso creato dalla restante parte lucida affianco del supporto metallico contestualizza con la nostra società.

 

 

Opere molto tristi e drammatiche, di una certa rigidità formale, che esprime un carattere serio e ossessivo, che si vedono disposte su un lato della galleria, a svolgere un tema che rimarca la validità sociale di Riflessi e l’importanza culturale del progetto di Borghini, che in questo caso dimostra aperture non indifferenti.

 

All’opposto, sia come lato della galleria che come rappresentatività artistica, si colloca Baldo Diodato, che dopo una lunghissima carriera tra gli USA e l’Italia, invece di ingessarsi in un genere artistico, scende ancora nell’arena a combattere per affermare nuove idee, come si fa agli esordi per la conquista di futuri consensi.

 

Dopo il frottage urbano, quello dei sampietrini per intenderci, Baldo Diodato sorprende ancora, fa un bellissimo omaggio ai coriandoli di Tano Festa, famosa serie di quadri degli anni ’70, con una reinterpretazione luminosa dei coriandoli stessi, che altro non sono che una miriade di buchi su un fondo scuro da cui viene fuori la luce del pannello sottostante.

 

 

Sono due opere simili intitolate ironicamente una a Tano e l’altra a Festa, una trovata intelligente e ironica insieme su come confrontarsi con la storia dell’arte e con uno dei personaggi più significativi dell’arte romana.

 

Sono presenti nella mostra anche tre opere su lastra di metallo lucido smerigliata, il cui tipo di lavorazione riflette la luce in numerosi sensi che si moltiplicano in tante direzioni quante sono le curve aggrovigliate incise sul supporto metallico.

 

In fondo alla sala primeggia la donna con i led quasi identica a quella che avevamo già visto allo GNAM, ora Galleria Nazionale, l’anno scorso, opera che non solo sembra inneggiare più di tutte al tema espositivo voluto dal programma della galleria Borghini Arte Contemporanea offrendo anche una sibillina idea visionaria della donna.

 

Per la mostra é stata scritta una bellissima presentazione di Achille Bonito Oliva e Roberto Gramiccia, il cui testo nella sua completezza potrà offrire a tutti interessanti e validi spunti per una migliore comprensione della mostra, che da parte mia consiglio a tutti di vedere.

 

Riflessi

Baldo Diodato | Adele Lotito

Dal 30 Maggio al 10 luglio 2017

Galleria Borghini arte contemporanea

Via Belsiana 92  Roma

 

 


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