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30/11/24 ore

Bagnoli, Lettera aperta al sindaco di Napoli



di Gerardo Mazziotti

 

Sabino Cassese propose alcuni anni fa la istituzione di una commissione di cinque esperti della comunicazione ai quali affidare il compito di scrivere le leggi in modo da essere comprese da tutti i cittadini. Ma dopo una entusiastica quanto ipocrita accoglienza la proposta venne accantonata. Perciò ci troviamo la legge n° 164 dell’11 novembre 2014, quella che contiene “la bonifica ambientale e la riqualificazione urbana dell’area di rilevante interesse nazionale-comprensorio Bagnoli-Coroglio”, scritta in perfetto burocratese e con continui rinvii a tantissime altre leggi e relativi articoli e commi e capoversi e ai tanti articoli da sostituire o integrare. Insomma, un guazzabuglio da far venire il mal di testa e da indurre il cittadino a mandare a quel paese (Grillo mi tenta) gli estensori della legge e i parlamentari che l’hanno approvata.

 

Non è stato Antonio Martino a definirli “stupidi” ? Avevo intravisto uno spiraglio di luce nel Titolo V “Provvedimenti urgenti per il rilancio dell’edilizia”. Mi era venuto subito in mente Amintore Fanfani, che nel 1949 ideò un gigantesco piano che in ventiquattro anni costruì, prima con l’Ina-casa e successivamente con la Gescal, centinaia di migliaia di alloggi popolari e diede occupazione a diecine di migliaia di operai edili, di architetti, di ingegneri e di geometri e a migliaia di imprese, contribuendo al boom economico noto come “miracolo italiano”.

 

Ed è sconfortante constatare che il governo Renzi non abbia ancora capito che la ripresa del paese passa attraverso un nuovo piano Fanfani, con le stesse modalità di finanziamento che non comportano alcun finanziamento statale. E invece i “provvedimenti urgenti” contengono un lungo elenco di norme volte a sveltire le pratiche burocratiche relative a un’attività edilizia che esiste solo nella mente del legislatore. Che delusione. Non inferiore a quella prodotta dalla cervellotica idea di affidare la riqualificazione delle aree dismesse di Bagnoli a un Soggetto Attuatore, individuato in Invitalia, agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti. Che, tra le altre cose, dovrebbe diventare proprietario dei suoli e dovrebbe redigere il piano urbanistico di attuazione.

 

Non è solo cervellotica questa decisione ma è anche di dubbia legittimità costituzionale. Quando nell’aprile 2002 venne sciolta la società Iri Bagnoli SpA il Comune e la Provincia di Napoli e la regione Campania la sostituirono con la BagnoliFutura, una società partecipata che divenne proprietaria dei suoli. Di cui l’Iritecni pretende il pagamento. Dopo la dichiarazione di fallimento di questa società sono diventati di proprietà del comune di Napoli in quanto maggiore azionista. E su questo non ci piove.

 

La legge urbanistica regionale del 22 dicembre 2004 affida il compito della pianificazione urbanistica dei propri territori e della redazione dei piani urbanistici attuativi ai comuni della Campania. Pertanto il compito di redigere e approvare il nuovo PUA di Bagnoli, in sostituzione di quello del maggio 2005 scaduto dopo dieci anni, spetta esclusivamente all’amministrazione comunale di Napoli. Fa bene perciò il sindaco a protestare contro la istituzione del Soggetto Attuatore. Epperò nessuna protesta è ammissibile contro la nomina del Commissario di Governo. Non solo l’abbiamo chiesto in tanti dal 2002 (Domenico De Masi, Vincenzo Spagnuolo Vigorita, Giorgio Bocca, Geppi Rippa, Francesco Guizzi e altri) perché le grandi trasformazioni urbane le realizzano i Commissari straordinari e non i Sindaci. Questa nomina è prevista dall’art 11 della n° 400 del 23 agosto 1988, quando il presidente del Consiglio era Ciriaco De Mita, premier dell’ennesimo pentapartito.

 

Resta il fatto che se il sindaco Luigi de Magistris avesse redatto il nuovo PUA di Bagnoli appena entrato in palazzo San Giacomo e avesse nominato un Commissario straordinario per la sua attuazione non avrebbe dato al presidente Matteo Renzi alcun motivo di occuparsi di Bagnoli.

 

Rebus sic stantibus conviene collaborare col Commissario Salvatore Nastasi per porre finalmente fine a una vicenda scandalosa, durata vent’anni.

 

 


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