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02/12/24 ore

L’immutato abbandono urbano di Napoli e le assenze dell’amministrazione de Magistris



di Gerardo Mazziotti

 

Il presidente dell’Autorità Nazionale Antimafia Raffaele Cantone ha detto recentemente  “Napoli è la città dove si decide il Nulla”. E il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si è indignato ed ha accusato il suo ex collega magistrato di essere lontano dalla realtà napoletana. Ha dimenticato di avere puntato tutto sugli eventi effimeri, quelli che non hanno alcuna ricaduta sulla crescita sociale, culturale ed economia di questa “ grande, generosa e disgraziata città”. Così l’ha definita il presidente emerito Giorgio Napolitano.

 

Le regate veliche della Vuitton Cup, una tappa del Giro d’Italia, il World Urban Forum, il Forum Universale delle Culture, i concerti di musica pop allo stadio San Paolo (ancora avvolto e stravolto dall’oscena gabbia di ferro della inutile copertura) e in piazza del Plebiscito (ancora uno spazio selenico privo delle attrazione che caratterizzano le più belle piazze italiane), il Napoli Pizza Festival, la corsa dei cavalli e il villaggio turistico a via Caracciolo sono gli eventi voluti dalla sua amministrazione.

 

Il “Nulla” sono il fallimento di Bagnoli, il degrado della Mostra d’Oltremare, l’abbandono del centro storico, l’emarginazione delle periferie degradate e degradanti, la mancanza di un apparato produttivo in grado di garantire occupazione e di produrre ricchezza. Gli restano appena sette mesi per fare quello che non ha fatto in quattro anni e cinque mesi. E se vuole lasciare una traccia della sua permanenza a palazzo San Giacomo deve puntare sul rinnovamento urbano.

 

Il “Regno del Possibile” è stato ricordato in occasione del decennale della morte del compianto Roberto Di Stefano, ordinario di storia dell’architettura e direttore della Scuola di Restauro della Federico II, tra gli autori di questa proposta di trasformazione urbana. Me ne sono occupato nel mio libro “ Il Testimone”, edito da DenaroLibri nel dicembre 2001, per sostenere che fu un grave errore l’averlo accusato, ingiustamente, di volere devastare il centro storico cittadino.

 

Penso che sia opportuno ricordare che Andrea Geremicca, nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno del 17 febbraio 2007, dichiarò “ … il Regno del Possibile fu un tentativo di modernizzare la città e anche di sperimentare collaborazioni nuove tra privati e amministrazione pubblica (…) i privati devono fare la loro parte e devono essere messi in grado di farla (…) negli anni quaranta Luigi Cosenza elaborò un piano regolatore che prevedeva lo sventramento dei quartieri spagnoli con l’apertura di una parallela a via Roma. Senza perdere la natura interclassista di questa realtà urbana bisogna creare oggi spazi e aree verdi e ristrutturare l’esistente. Non possiamo conservare quello che c’è e allo stesso tempo non lasciare i segni della nostra modernità. Il mio sogno è vedere nei quartieri spagnoli strutture con cristalli, legno e antico tufo”.

 

Anche l’ ex assessore comunale Enrico Cardillo fece  autocritica nel suo libro “ Napoli - l’occasione post-industriale -Da Nitti al piano strategico”, pubblicato da Guida Editore prima delle elezioni dell’aprile 2006, scrivendo “ tra i tanti errori della sinistra c’è stato quello di aver fatto fallire il Regno del Possibile”.

 

Calma.  Non sto tessendo gli elogi del “Regno del Possibile”. E non mi accusate di voler favorire le “ nuove mani sulla città”.

 

Sto solo proponendo che il consiglio comunale discuta dello stallo di questa città.  Non foss’altro che per rimediare all’errore denunciato da Gerardo Chiaromonte su l’Unità del 16 luglio 1988  “ Il Regno del Possibile  non si riuscì a discutere in consiglio comunale sia per l’ignavia della giunta che per la furibonda polemica, anche da parte delle forze di sinistra e del PCI, che denunciarono il pericolo di una colossale speculazione edilizia che avrebbe cacciato via gli abitanti dei quartieri centrali della città (…) questi quartieri vanno nel frattempo degradandosi giorno per giorno e diventano dominio incontrastato della camorra (…) non vorrei che un giorno dovessimo rimpiangere l’occasione mancata di un dibattito serio e responsabile”.

 

Superfluo dire che la situazione urbana cittadina è esattamente quella del “ Regno del Possibile” del dicembre del 1986.  

 

Gerardo Mazziotti  ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )

 

 

 


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