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28/11/24 ore

Maledetta Politica. Disinformazione di guerra



La tragica guerra con l’aggressione dell’Ucraina (per la Russia una semplice operazione militare!) ha in qualche misura confermato il modello del sistema informativo italiano: un approccio unidirezionale dove anche le presunte tesi, collocate come rappresentative di vari aspetti culturali, politici, economici e sociali, sono in realtà figli di un’unico filone interpretativo che si muove sul binario unico che una stampa irreggimentata, subalterna sa esprimere. 

 

Questo ovviamente negli approfondimenti in primo luogo televisivi, il mezzo di comunicazione unico se si pensa al ruolo oramai marginale della carta stampata (direttori e loro accoliti delle testate, anche quelle più importanti, che sopravvivono degli spazi del piccolo schermo sia pubblico che privato). Sembrano anche in conflitto le tesi che vengono esposte, ma in realtà muovono su un’unico registro che si nutre della lunga tradizione italiana  di natura restaurativa e di democrazia fittizia. Che poi è il prodotto della mai realizzata dialettica dello Stato di diritto, che contiene le dialettiche uniche per affrontare i conflitti e indirizzarli nell’alveo della vera democrazia. 

 

Così anche il dramma della guerra ha avuto la sua rappresentazione di regime, che poi consiste nella scenografia classica dell’occupazione, nelle regole della spartizione lottizzata, della visibilità che ha come obiettivo deformazione, confusione, clamorosi occultamenti di verità e comprensione della conoscenza dove si esercita il diritto di conosce per deliberare.

 

Gli unici elementi che hanno qualche sapore di credibilità sono i racconti degli inviati, che nella fase iniziale erano quasi sempre stati coperti da fotoreporter che venivano coinvolti volta a volta per coprire le notizie. Sono giunti in seguito gli inviati che si limitano a raccogliere i bollettini di morti e distruzioni che il conflitto scatenato da Putin porta come devastante conseguenza. 

 

Eccoci dunque all’ondata di geopolitici, da centri studi o riviste, di accademici e intellettuali (i soliti, rigorosamente spartiti) che hanno preso il posto dei virologi. Ma tutto sempre nel segno di una ripartizione che non lascia spazio a interpretazioni che non siano nel canovaccio della citata spartizione…

 

Nella rubrica Maledetta Politica, Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale affronta il tema della disinformazione di guerra sollecitato da Antonio Marulo.

 


 

- Maledetta Politica. Disinformazione di guerra (Agenzia Radicale Video)

 

 


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