Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

28/11/24 ore

Torino, l'alternativa è meno Chiara


  • Antonio Marulo

Era il fiore all'occhiello da poter esibire, la carta jolly da potersi giocare, "l'alternativa Chiara" del MoVimento 5 stelle, la più amata della categoria. Questo fino al 3 giugno scorso. Poi, la stella ha perso luminosità, dopo un anno di indulgente e benevolo giudizio, sotto i buoni auspici dell'establishment sabaudo.

 

Maledetta fu quella sera di Cardiff, che a Torino si è trasformata in un dramma non solo calcistico. Tutto di un colpo sono apparsi evidenti i limiti di un sindaco principiante, che aveva tuttavia saputo abilmente gestire l'ordinario, in una città – dicono – già in discrete condizioni.

 

La movida agitata di ieri, con scontri tra polizia e giovani “bellicosi” dei centri sociali e non solo, sembra essere l'indiretto strascico della calca di Piazza San Carlo e la diretta conseguenza della velleitaria ordinanza proibizionista sulla vendita di alcolici da asporto a partire dalla 20, imbastita in tutta fretta dalla giunta contro la presunte piaghe degli schiamazzi notturni e delle bottiglie rotte sulle strade.

 

Intanto, si inizia a prendere coscienza che senza soldi non si cantano messe. Il bilancio è in pre-dissesto, perché negli anni si è speso di più – dice la Corte Conti – di quanto si era con troppo ottimismo previsto di incassare. Storia antica, questa, quindi barile facile da scaricare sui predecessori. In aggiunta, col sollievo di poter sfatare l'ingombrante “mito” di aver ereditato “una città con i conti in ordine”. Anche se Fassino – rispedendo al mittente le accuse – ricorda di aver ridotto l'esposizione debitoria della città di 400milioni rispetto 2011.

 

Propaganda reciproca a parte, ora occorre proseguire nell'opera. "Toccherà a noi – ha detto infatti Appendino - l'onere di rimettere i conti in equilibrio”. Del resto, è stata votata anche per questo. La luna di miele è pure finita e dare la colpa dopo un anno a chi c'era prima non risolve i problemi....ed elettoralmente nemmeno attacca più. 

 

 


Aggiungi commento