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02/12/24 ore

Alleanze europee, la democrazia fittizia di Grillo


  • Ermes Antonucci

In Parlamento Europeo il Movimento 5 Stelle farà parte del gruppo Europa per la Libertà e la Democrazia (EFD), dominato dall'Ukip del leader euroscettico Nigel Farage. La scelta fatta è il risultato dell'ennesima prova della democrazia virtuale fittizia messa in piedi dalla premiata ditta Grillo-Casaleggio.

 

Per comprendere le dinamiche della consultazione online avvenuta sul blog di Grillo occorre andare oltre i numeri, molto chiari, espressi dagli elettori grillini (il 78,1% dei votanti, 23.121 su 29.584, favorevoli all’alleanza con l’EFD). Bisogna partire, prima di tutto, dalla decisione assolutamente arbitraria di Grillo di limitare il voto a sole tre possibili alternative (di cui una, per di più, equivalente ad un non-voto).

 

Ciò che, infatti, Grillo e il suo futurista braccio destro hanno compreso molto bene è che la democrazia consiste prima di tutto, e cioè prima del ricorso al virtuoso strumento del voto, nell’esercizio discrezionale attorno alla scelta delle preferenze sulle quali si andrà poi a realizzare la consultazione. Il controllo dell’agenda riveste un ruolo fondamentale, ancor di più nell’ambito di un sistema decisionale che aspirerebbe ad assumere, piuttosto utopisticamente, le forme di una democrazia diretta.

 

E così, ecco che, dopo aver premesso di aver condotto indeterminati “negoziati” con i gruppi politici al Parlamento Europeo e di aver avviato indefiniti “contatti” con i segretari generali dei gruppi stessi (tutti non documentati dalle fantastiche e democratiche dirette streaming), Grillo ha gentilmente concesso ai lettori del suo blog la facoltà di scegliere il gruppo europeo in cui entrare, tra tre opzioni: l’EFD (dominato da Farage), l’ECR (capeggiato dai conservatori inglesi) o il gruppo dei Non Iscritti.

 

Dei tanto discussi Verdi e degli altri gruppi, nessuna notizia. Una democrazia ristretta, peraltro limitata, in maniera per alcuni sorprendente, a due schieramenti fondamentalmente di destra (uno più liberale, l’altro di uguale stampo populista), con buona pace delle ardite argomentazioni grilline sulla natura di “sinistra” della politica da loro perseguita. Se l’Alleanza dei Liberali e Democratici (ALDE) ha deciso di chiudere le porte in faccia al M5S, in fondo, un motivo ci sarà.

 

Anche la prevedibilità dell’esito del voto è da ascrivere alle conseguenze di una consultazione, di fatto, costruita su misura. Dopo più di due settimane di discussioni, strette di mano, ammiccamenti e disperate difese da parte di Grillo del “compagno” europopulista – ma “moderato” – Farage, non sorprende che 1/250esimo degli elettori che hanno votato M5S alle europee (perché di questo si parla, cioè dei grillini più incalliti), abbia scelto di avallare l’alleanza con il gruppo guidato dall’Ukip.

 

Anche oggi la democrazia a 5 stelle è salva. La democrazia reale, invece, un po’ meno.


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