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30/11/24 ore

Grillo dimentica l’immigrazione, e il M5S si spacca sullo ius soli


  • Ermes Antonucci

In un articolo pubblicato da La Stampa viene fatto notare l’assoluta e paradossale mancanza nel programma del Movimento 5 Stelle di qualsiasi analisi, osservazione e proposta riguardante il tema dell’immigrazione e dell’integrazione: “Nel programma elettorale non c’è traccia. Nei post che di tanto in tanto appaiono sul blog di Grillo, qualche accenno.E le esternazioni del leader sono spesso ambigue”.

 

Da anni, infatti, Grillo mostra sul suo blog un certo disinteresse per le tematiche relative all’immigrazione. Un silenzio interrotto solo rare volte attraverso uscite discutibili che lo hanno lanciato alla ribalta tra polemiche ed accuse di razzismo e xenofobia.

 

Nel settembre 2007, per esempio, Grillo si scagliò contro l’arrivo di migliaia di rom nel nostro Paese e lanciò – nonostante una certa confusione tra “rom” e “rumeni” – un grido di allarme e di battaglia contro i politici italiani, rei di aver sconsacrato “i sacri confini della Patria”. Un post, quello di Grillo, che fu accompagnato da una valanga di commenti razzisti e persino da inneggiamenti al Duce.

 

Nel corso degli anni, il comico genovese pare non aver cambiato idea. Nel 2011 pubblicò sul suo blog il messaggio di un lettore nel quale veniva richiesta un’immediata espulsione dei tanti tunisini sbarcati in quei giorni sull’isola di Lampedusa: “I tunisini vanno soccorsi, eventualmente curati, e rimandati a casa loro”. Un commento che, nella sua superficialità, permise di eludere una riflessione concreta sul problema dell’immigrazione.

 

Nel 2012, invece, a far parlare fu l’attacco di Grillo contro l’ipotesi di realizzare una legge sullo ius soli, cioè sull’acquisizione della cittadinanza per il fatto di essere nato sul territorio italiano. Al presidente Napolitano, che aveva definito “un’autentica follia, un’assurdità” la negazione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri, il leader del M5S rispose che lo ius soli “è senza senso” e che ha come obiettivo solo quello di distrarre gli italiani “dai problemi reali”.

 

Sempre sullo ius soli Grillo è tornato a parlare alcuni mesi fa, in seguito all’invito del ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge a sostenere il proprio ddl sulla riforma della legge per la cittadinanza. “Chi vuole al compimento del 18simo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano” scrisse Grillo per sostenere che in realtà una legge a riguardo già c’è, e va bene così com’è.

 

La faccenda, tuttavia, è più complicata. In base all’attuale legge, infatti, il figlio di un immigrato nato in Italia per diventare cittadino italiano deve dimostrare di aver vissuto in Italia dalla nascita senza alcuna interruzione (neanche di qualche settimana) e di avere frequentato le nostre scuole. Nessuna sicurezza, inoltre, che la richiesta venga accolta.

 

All’obiezione di Grillo, poi, secondo la quale “lo ius soli in Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate”, occorre far notare che in realtà molti paesi europei hanno adottato il principio del cosiddetto ius soli temperato (non puro), quello a cui fa riferimento proprio il ministro Kyenge e che non prevede nessun automatismo (bensì un certo numero di anni di residenza dei genitori).

 

La notizia di oggi comunque, neanche tanto sorprendente, è che la linea politica di Grillo in tema di immigrazione non sarebbe condivisa da numerosi membri del gruppo parlamentare a 5 stelle. Il deputato Manlio Di Stefano confida a La Stampa di non aver gradito le parole del proprio leader contro il linguaggio politically correct, colpevole di trasformare un immigrato clandestino in un rifugiato (distinzione insomma che, secondo Grillo, non avrebbe senso).

 

“No, clandestini e rifugiati non sono lo stessa cosa – ammette Di Stefano –, ma forse Beppe voleva sottolineare come, in base all’appartenenza politica, vengono utilizzati certi termini”. Resta il fatto però, aggiunge il deputato, che “purtroppo il nostro programma è molto carente su alcune tematiche: la politica estera e soprattutto l’immigrazione rientrano certamente tra queste”. Ma il deputato non è l’unico all’interno del Movimento 5 Stelle a ritenere le sparate di Grillo “solo opinioni personali”.

 

Alla Camera, infatti, è stata depositata proprio da un onorevole grillino una proposta di legge basata sullo ius soli temperato. Il primo firmatario è il deputato pentastellato Giorgio Girgis Sorial, ingegnere nato a Brescia da genitori egiziani. Figlio di un’immigrazione che Grillo continua ad ignorare.

 

 


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