Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

30/11/24 ore

Ucraina, infuria la battaglia per l'Europa



“Gli sforzi per risolvere la crisi ucraina in modo pacifico, senza ricorrere al confronto e alla forza, sono vani”: è il ministero degli Interni di Kiev a dichiararlo, dopo una notte di battaglia nelle strade della capitale.

 

Un poliziotto di 27 anni, sostiene il governo, è stato ucciso con colpi d'arma da fuoco alla testa mentre tornava in un dormitorio delle forze speciali 'Berkut' dopo aver finito il turno di lavoro e altri due, secondo quanto dichiarato dalle autorità, sarebbero stati rapiti e trattenuti in un edificio occupato dai dimostranti, che gridano invece a una montatura per far crescere la tensione, respingendo le accuse.

 

E' morto in ospedale anche uno dei manifestanti, rimasto gravemente ferito nei violenti scontri avvenuti la scorsa domenica con le forze di sicurezza governative. Il tentativo di Ianukovich di arrivare ad una tregua, annunciando un rimpasto di governo e la modifica delle leggi da poco approvate e considerate dall'opposizione e dai protestanti come “liberticide”, è dunque fallito: i dimostranti hanno alzato barricate e lanciato contro gli agenti molotov e fuochi d'artificio; la polizia ha replicato con granate stordenti, cannoni ad acqua e, secondo alcuni manifestanti, sparando proiettili di gomma.

 

Cinque piani dell'edificio che ospita il ministero dell'Energia - vicino a piazza Maiden, cuore della protesta europeista - sono stati occupati dai manifestanti mentre gli scontri sono dilagati in tutto il Paese dopo che il presidente Ianukovich ha respinto la richiesta di dimettersi e indire elezioni anticipate.

 

“Tutto questo - ha ammonito il ministro dell'Interno Zakharchenko - non può che far degenerare la situazione. I nostri appelli non sono stati presi in considerazione, ed è stata violata la tregua”.

 

Ma se, come sostengono i manifestanti, il presidente firmerà lo stato di emergenza, aprirà “la guerra del governo contro il popolo”: un'azione, si legge in una nota diffusa dall'organizzazione delle proteste Euromaidan, che potrebbe portare “alla morte di migliaia di persone, alla divisione del Paese e alla distruzione dell’Ucraina come Stato indipendente e sovrano”.

 

Intanto – fa sapere in una nota la presidenza - Iakunovich incontrerà oggi i tre principali leader dell'opposizione parlamentare in un vertice mirato a trovare un compromesso per la fine della grave crisi politica che sta investendo il Paese.

 

 


Aggiungi commento