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02/12/24 ore

L’accorta ambiguità di Enrico Mentana


  • Luigi O. Rintallo

L’intervista a Enrico Mentana, uscita sul «Corriere della Sera» del 4 aprile, offre lo spunto per fare alcune riflessioni che non riguardano soltanto i rapporti fra giornalisti e politici, ma anche sui modi in cui viene fatta la “narrazione” delle vicende in corso e degli scenari che ci attendono.

 

Mentana contesta lo stupore che desterebbe la sua partecipazione all’evento organizzato da Davide Casaleggio a Ivrea e afferma che ciò non può essere confuso con una adesione al movimento di Beppe Grillo. Il convegno di Ivrea è presentato solo come un’occasione di confronto, alla quale Mentana porta il suo contributo.

 

A questo punto, però, occorre chiedersi di quale natura possa essere il contributo a una manifestazione politica da parte di un direttore di telegiornale. Che la crisi della politica patisca gli effetti della confusione dei ruoli, è opinione diffusa. In questo caso, prevale la sensazione di un’ambiguità di fondo che tende a presentare per normale e scontato ciò che tale non può essere considerato. Lo fa lo stesso Mentana, nell’intervista, laddove non si sorprende affatto che i magistrati partecipino a iniziative di partito, riducendo l’inopportunità al solo rientro in magistratura dopo aver fatto politica: quasi che un’esposizione politica non provochi un danno rilevantissimo alla salvaguardia della terzietà del ruolo giudiziario.

 

Del resto, anche considerare il suo invito al convegno come un fatto assolutamente scontato rientra in certo modo nella tecnica di sfumare le conseguenze delle proprie azioni. Il direttore del Tg7 non è paragonabile a un intellettuale o un politologo che sostiene le sue idee: il suo prodotto quotidiano impronta in modo significativo la lettura dei fatti. E ciò rimanda al ruolo che va svolgendo in questa fase il network informativo di Urbano Cairo, che oltre a La7 è oggi a capo anche del «Corriere».

 

Attraverso i talk show della rete, il tg più “politico” fra tutte le testate tv e lo stesso quotidiano è stata posta in essere una precisa strategia che, da un lato, è servita a enfatizzare non poco il M5S e, dall’altro, presentandolo come forza legittimata, predispone ambiguamente alla necessità di una grossa coalizione.

 

Da questo punto di vista, Enrico Mentana nell’intervista conferma il ruolo che da sempre riveste nel panorama informativo italiano. Dalla Rai lottizzata al Tg5 della Fininvest, rivendica un’autonomia e indipendenza di giudizio che francamente appare stucchevole e poco rispondente ai dati reali. Si è trattato piuttosto di una navigazione accorta, ben attenta ad assecondare il mainstream evitando accuratamente di mettere mai in discussione la natura del sistema di potere vigente in Italia.

 

 


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