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30/11/24 ore

Eternit: Summum ius, summa iniuria


  • Silvio Pergameno

La sentenza della Cassazione nel processo per "l’eternit" lascia tutti con la bocca amara ed è una delle prove più pesanti, che testimoniano il grave stato di crisi in cui versa lo stato italiano, conseguenza diretta della frammentazione corporativa che ha frantumato la classe dirigente insieme alla società civile, e genera una microconflittualità permanente che mette in crisi la gestione complessiva delle strutture pubbliche, nel cui marasma interessi di primissimo piano, morale prima di tutto, restano insoddisfatti.

 

Ma se la prima reazione è questa, dopo l’accaduto è chiaro che sta alla politica correre ai ripari: la sentenza della Cassazione non può diventare la pietra tombale sul dolore e sul danno di migliaia di persone. Il diritto, quando la normativa è complessa e confusa, e la giustizia, che opera con un carico insostenibile e con tempi inaccettabili, vengono meno alla loro stessa ragion d’essere, finiscono con il perdere agli occhi dell’opinione pubblica la loro legittimazione e lasciano un vuoto di sicurezza e di fiducia, che ogni giorno si carica di rischi sempre più gravi.

 

Ribellarsi contro le sentenze, accusare i magistrati in queste evenienze è inammissibile e finisce con il ridursi a mero tentativo di cavalcare la protesta, senza portare alcun elemento costruttivo. Responsabilità dei giudicanti potrebbe cominciare ad esserci in caso di carenze nello svolgimento del processo o di errori nella sentenza della Corte giudicante; ma non se sono stati denunciati, mentre continua invece il preoccupante fenomeno delle sentenze contrastanti tra i vari gradi di giudizio (la Corte di appello aveva pronunciato una condanna).

 

I sospetti per la dannosità dell’amianto erano iniziati, nella fabbrica, quaranta e forse anche più anni fa, ma lo stato, pur con la sua tendenza all’onnipresenza (o forse proprio per questo), è latitante in tanti campi dove la sua attenzione e il suo intervento rivestono la maggiore rilevanza: la difesa del territorio ad esempio, la vigilanza sulla circolazione stradale (tremilacinquecento morti in un anno)…

 

C’è una questione di insensibilità e di cultura politica deficitaria, che si traduce in un crescente disorientamento nella massa dei cittadini, cui certe reazioni sbagliate forniscono abbondante alimento.

 

 


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