Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

29/11/24 ore

Dell'Utri, la pena aggiuntiva per un detenuto illustre



Le condizioni di salute di Marcello Dell’Utri sono o meno compatibili con il regime carcerario? Sulla vexata quaestio si dovranno pronunciare giudici e medici nei prossimi giorni, alla luce delle contraddittorie opinioni in proposito.

 

L'ex senatore di Forza Italia sta scontando una pena di 7 anni nel carcere di Rebibbia per il fumoso reato di concorso esterno in associazione mafiosa e da tempo chiede di essere sottoposto agli arresti domiciliari. Le suo condizioni fisiche sono rese difficili da una conclamata cardiopatia, a cui si è aggiunta di recente una diagnosi tumorale alla prostata. Ciò nonostante, rischia di pagare il prezzo aggiuntivo di non essere un detenuto qualunque. Cosa, questa, che può condizionare una decisione – visti i tempi... – che in altre circostanze sarebbe probabilmente già stata presa in favore del richiedente.

 

Da parte sua Dell'Utri ha fatto sapere di non di non farcela più e di sentirsi stanco e provato. Il Procuratore Generale di Roma, Pietro Giordano, ha tuttavia dato parere negativo alla scarcerazione, sulla base della perizia del tribunale, redatta dal medico legale Alessandro Fineschi e dal cardiologo Luciano De Biase, secondo la quale il paziente dopo le cure mediche del caso può tornare in carcere.

 

Tale decisione contraddice quanto già espresso da altri periti, nominati dalla stessa Procura generale, sulla incompatibilità con la detenzione carcerarie per motivi di saluti.

 

Secondo i legali di Dell'Utri, una decisione contraria da parte dei giudici "potrebbe avere delle ripercussioni psicologiche gravi sul detenuto che sta affrontando un sconto di pena faticosa alla luce della gravi condizioni di salute in cui versa".

 

Altresì, essi si augurano che "il tribunale non perda di vista il problema di un uomo di 76 anni che sta affrontando una pena in vari reparti ospedalieri. La detenzione domiciliare o ospedaliera – affermano -, come hanno valutato i nostri consulenti, è una soluzione più che ragionevole, oltre che umana". (red.)

 

Dell'Utri: ma allora perché non lo fuciliamo di Piero Sansonetti (da Il Dubbio) 

 

 


Aggiungi commento