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28/11/24 ore

“Che s’adda fa’ pe’ muri’!” di Alessandro Migliaccio



C’è un detto a Napoli che sintetizza in modo proverbiale l’arte di arrangiarsi dei suoi abitanti e le peripezie che sono troppo spesso costretti ad affrontare per guadagnarsi da vivere: ”Che s’adda fa ‘ pe’ campa’!” cioè che si deve fare per vivere o meglio cosa bisogna inventarsi per tirare avanti …

 

Alessandro Migliaccio in questo libro, frutto di un accurato lavoro d’indagine giornalistica mira a descrivere nei minimi dettagli e a denunciare il mercato illegale dei loculi nei cimiteri partenopei, nonché tutte le vessazioni e le prepotenze che si è costretti a subire quotidianamente da parte di tanti che, a vario titolo e in vario modo, non hanno vergogna nemmeno di lucrare sulla morte e sul lutto.

 

 Quindi parafrasando l’espressione di prima: “Che s’adda fa’ pe’ murì!”. Quello che poeticamente è chiamato”l’ultimo viaggio”, in realtà, spesso non somiglia che all’ultimo compromesso da accettare a forza, dopo i tanti subiti in vita. Fare mille peripezie, fare i conti con la fatale mancanza di “un posto”, ossessione infinita perché tutti sanno benissimo che in città i posti nei cimiteri scarseggiano.

 

Questo è anche uno dei motivi per cui sono in forte aumento le domande di cremazione che però, per mancanza di strutture  in città, possono essere eseguite solo a Pontecagnano (Sa) unico centro per tutta l’Italia del Sud.

 

Il  libro, di 78 pagine, è diviso in sei capitoli: Mors tua vita mea; A.A.A. Vendesi loculo con vista; La guerra delle pompe funebri; Le ambulanze dei vivi per trasportare i morti; Una tomba per due; Fenomenologia del lutto a Napoli. Tutto è raccontato e spiegato con stile originale e con ironia e sarcasmo, senza mancare di rispetto alle vicende umane che sono pure così delicate.

 

Racconta l’autore: “…novemila morti all’anno garantiscono a Napoli e provincia un giro d’affari illecito tanto enorme quanto raccapricciante. Cartelli organizzati di ditte funebri. Cadaveri che spariscono nel nulla. Tombe profanate e rivendute. Ossa che vengono spostate da una nicchia all’altra. Morti che viaggiano in ambulanza… Se per i napoletani, alle prese con disoccupazione e criminalità, vivere è difficile, anche morire si rivela un’impresa tutt’altro che facile”.

 

L’ inchiesta condotta da Alessandro Migliaccio fa luce sul malaffare e  la speculazione che circondano il mercato dei funerali e dei loculi, mostrando paradossi a volte grotteschi, come quello del loculo con vista su parenti venduto tramite un annuncio su internet, altre volte tragiche e strazianti, come quello della giovane deceduta cui non si riesce a trovare nemmeno un posto in obitorio. Ma è anche la norma ad essere assurda, l’impossibilità di trovare una nicchia in cui deporre il proprio caro, dovuta alla cattiva gestione del servizio cimiteriale e alla cronica mancanza di spazi.

 

Migliaccio si reca di persona sui luoghi, guarda, ascolta e tutto riferisce con acume e chiarezza. Ma lo fa sempre con un sorriso, per quanto amaro, e tenendo presente la cultura più alta espressa da Napoli sul tema della morte, cultura ispirata ad un fermo principio d’amore e di devozione per i defunti, rispetto ai quali  coloro che speculano sul dolore altrui appaiono per quel che sono: vili sciacalli.

 

Il merito di questo giovane giornalista napoletano, uno degli autori de Le Iene, redattore in passato in alcuni quotidiani della città, premiato dall’Unione Cronisti Italiani per il suo impegno di indagine e di denuncia del suo libro: “Paradossopoli. Napoli e l’arte di evadere le regole”,  è quello di aver stanato e denunciato le trasgressioni più macroscopiche compiute dalle stesse istituzioni che governano Napoli, confermando così la possibilità di esistenza di un giornalismo inteso come impegno civile.

 

Claudia Del Vento

 

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Alessandro Migliaccio

“Che s’adda fa’ pe’ muri’!” 

Affari e speculazioni sui morti a Napoli

Vertigo Edizioni euro 14

ottobre 2012


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