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30/11/24 ore

Aforismi sull’intelligence e 3 racconti brevi



“I Servizi segreti si chiamano segreti perché nell’ombra trovano più di quello che troverebbero alla luce del sole”. Parola di Roberto Gervaso che firma un nuovo libro: ‘Aforismi sull’intelligence e 3 racconti brevi’ (editore Nuova Argos, illustrazioni di Niccolò Piccolomini, pp. 128, € 10. http://www.dddsrl.it/).

 

Scrive Alessandro La Ciura nella prefazione: “L’aforisma è lo strumento letterario che, per la sua eccezionale carica evocativa, più di altri può indirizzare la riflessione sulla complessità dell’intelligence, cogliendone i chiaroscuri che promettono caleidoscopio di arcobaleno”.

 

Da antico maestro di aforismi, Gervaso - divulgatore e polemista, che dice di difendersi attaccando - propone in ogni verso una differente chiave d’accesso facendo compagnia la lettore con pensieri eleganti e parole che escono da roveti di sapienza.

 

Foza ri-combinatoria, gli aforismi; tolgono impermeabili e occhialoni neri agli 007 per parlare - girando la chiave dell’ironia nell’arte della comunicazione - di uomini e donne che in silenzio servono lo Stato e, avendo belle storie, ne hanno di cose da raccontare. E così si passeggia tra queste pagine, illustrate dagli splendidi acquerelli di Niccolò Piccolomini, e si scoprono antichi fronti e nuove costellazioni, dove le difficoltà diventano sfide e la regola d’ingaggio è contaminarsi di simpatia: “Lo spionaggio è una scienza che nei più abili agenti diventa un’arte”, scrive l’autore. E se qualcuno confessa (senza essere torturato) che “tra le braccia di una spia potrei raccontarle tutte le mie bugie”, non è meno vero come “la migliore intelligence si stabilisce fra una donna e la sua miglior amica”.

 

Gli ‘operativi’ sanno che l’attendibilità di una spia consiste non solo in quello che dice, ma anche in quello che tace. Insomma, chiosa Gervaso, “l’agente segreto deve essere una tomba, evitando di finirvi lui stesso”. Un aforisma con lo smile ci salverà: “L’agente coperto non avrà mai freddo”. Il bravo 007 “è chi spalanca le fonti aperte”. E non manca anche un riferimento a John le Carré: “le spie venute dal caldo non sono meno abili di quelle venute dal freddo”.

 

Da incorniciare in questo libretto che sta bene su ogni scrivania, i tre racconti brevi su Mata Hari, Lawrence d’Arabia e Giacomo Casanova. A proposito di quett’ultimo, bibliotecario del conte Waldstein, si dice chiaramente che fu una spia dell’Inquisizione. Firmava le relazioni segrete, le cosiddette ‘riferite’, con il nome di Antonio Pratolini, e - capolavoro di doppiezza - riferiva (da quale pulpito!) di donne facili e lusso, ma come 007 tra i canali della Laguna era proprio negato, perciò gli inquisitori gli revocarono la nomina. E se restano - in verità pochi - timori su questo strumento non convenzionale ma fondamentale per la difesa della democrazia, la penna graffiante di Gervaso taglia corto: “Chi vorrebbe che i Servizi segreti fossero come la San Vincenzo o non sa cosa sono i Servizi segreti o non sa cos’è la San Vincenzo”. Del resto “nessun agente segreto ha mai partecipato all’Isola dei famosi”, ed è vero come il vangelo che “una spia che si fa notare è come una terziaria francescana in topless”.

 

Sulla tavolozza dei Servizi, meno carica di grigi grazie anche a queste divertenti e istruttive pubblicazioni, si racconta un altro pezzo di saggezza che dovremmo portare in bisaccia: “non basta sapere tutto degli altri. Bisogna che gli altri non sappiano niente di noi”. E ancora “non mi fiderei mai di un’intelligence che non avesse perso la verginità”. In fondo “la menzogna, come la verità, bisogna meritarsela”. Vero è che i ‘Servizi’ sono come le belle donne, ne parlano tutti anche senza averle mai toccate. e infatti “lo spionaggio intriga tutti. Soprattutto quelli che non sanno cos’è lo spionaggio”.

 

Ma questi pensieri aiutano a non restare prigionieri della propria mappa di mondo. Ha ragione Gervaso: “L’intelligence è il lubrificante occulto di uno Stato che funziona”. Non sarà male ricordare anche che la vera spia “è quella che guarda avanti mentre tu ti giri indietro”. S.B.

 

 


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