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02/12/24 ore

Musica Ridens. Espedienti umoristici in 500 anni di composizioni


  • Elena Lattes

Una tesi molto originale quella di Francesco Scrofani Cancellieri nel suo “Musica Ridens Espedienti umoristici in 500 anni di composizioni” pubblicato dalla Zecchini Editore. Secondo l'autore anche la musica classica e operistica, considerate serie per antonomasia, possono suscitare sorrisi o addirittura, in alcuni casi, ilarità.

 

A sostegno di questa teoria, porta l'esempio di numerosi stralci presi dalle composizioni più svariate degli ultimi cinquecento anni, appunto, descrivendone minuziosamente i passi più comici o anche soltanto più allegri. È sicuramente il risultato di una lunga ricerca che l'autore dedica non soltanto agli addetti ai lavori, ma anche agli appassionati e in particolare a coloro che prendono troppo seriamente questo tipo di musica affrontandola “con atteggiamento ieratico, quasi religioso”.

 

L'intenzione, senz'altro nobile, di Scrofani è quella di mostrare la musica, specialmente la classica e l'operistica, sotto una luce diversa, più attraente, combattendo così, i diffusi pregiudizi che la portano ad essere considerata quasi un tabù dai giovani e dalle persone meno colte.

 

Compito assolutamente non facile perché, come egli spiega onestamente, il senso della comicità non è sempre uguale e può mutare nel tempo e nello spazio, seguendo situazioni politiche, sociali ed economiche diverse, così che una composizione considerata umoristica nel settecento, può non esserlo più per gli ascoltatori di oggi. Per suscitare ilarità o anche soltanto un sorriso, inoltre, è necessaria la complicità tra il compositore, l'esecutore e il pubblico. Complicità che spesso viene a mancare quando l'opera risale a tanti decenni o addirittura a secoli prima.

 

Il messaggio, quindi, non è inequivoco e se ne deriva che la sua interpretazione è del tutto soggettiva e personale. A conferma di questo l'autore illustra alcuni casi diametralmente opposti dimostrando come spesso la comicità può essere colta soltanto dai più esperti, mentre altre volte le persone meno preparate culturalmente potrebbero trovare motivo di ilarità e ironia laddove invece non ce n'è.

 

Molto interessante la prima parte che riguarda l'umorismo in sé: qual'è il suo significato; cosa lo provoca e quali sono i suoi effetti; come viene spiegato in letteratura e in psicologia; le varie sfumature e in particolare la differenza che c'è con la comicità; quali elementi lo connettono e a volte lo legano alla musica.

 

I successivi capitoli sono dedicati ai vari ruoli, quello del compositore (suddiviso, a sua volta, per tipologia di umorismo e le cause che lo suscitano, come per esempio le imitazioni in generale e in particolare di animali quali il gatto o gli insetti; l'uso di attrezzature prese da ambiti diversi dalla musica, quali per esempio macchine da scrivere, telefoni, clacson, armi, bicchieri  e bottiglie e così via; i cambiamenti metrici e di andatura; le citazioni di altri brani musicali presi da contesti diversi; il black humour) e quello dell'ascoltatore; alle varie forme musicali concepite come leggère dagli stessi autori, quali l'intermezzo, l'operetta, la farsa, l'opera buffa, il melodramma giocoso;  alle colonne che accompagnano filmati e cartoni animati fin dall'invenzione del cinematografo (dalle opere di Charlie Chaplin alla famosa serie televisiva “La famiglia Addams”).

 

Non manca nemmeno un breve excursus storico in cui l'autore analizza la diversa intensità con cui si è manifestato l'aspetto umoristico negli ultimi cinquecento anni. Il tutto accompagnato è da una bibliografia e una sitografia essenziale.

 

Un libro sicuramente prezioso non soltanto perché è la prima volta che un esperto musicale affronta questo tema in maniera così approfondita, ma anche perché in tempi come questi in cui si ride sempre meno perché pressati dallo stress quotidiano e dalle difficoltà economiche e sociali, può aiutarci a riflettere sul significato dell'umorismo e a coglierne gli aspetti più profondi in un'arte sana e universale.

 

 


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