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02/12/24 ore

La ragazza del Charlie’s Cafè, un libro di Rosa Romano Toscani. Un thriller su diversità, integrazione e amore



Il nuovo libro di Rosa Romano Toscani “La ragazza del Charlie’s Cafè” (Curcio Editore) è stato presentato lo scorso 3 agosto a San Felice Circeo, in Piazza Lanzuisi, in un incontro al quale hanno partecipato Eugenio Saputo, vice sindaco e assessore alla cultura di San Felice, Enrica Corradini, storica dell’arte e scrittrice, e l’autrice stessa che ha letto qualche pagina del libro e ne ha illustrato gli obiettivi, discutendo a lungo sui temi di diversità, integrazione e amore.

 

L’autrice, laureata in Lettere e Filosofia e in Psicologia, è socio fondatore della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica, membro della European Federation for Psychoanalitic Psychoterapy in the Public Sector e dell’International Society for Adolescent Psychiatry, nonché presidente della “Società Italiana degli Amici di Honoré de Balzac”. Psicoterapeuta e scrittrice, ha pubblicato: La villetta, una casa racconta, Ed. Gangemi(2000); I segreti di Balzàc, Ed.Viviani (2004); Lettera di una donna di pace, Ed. Lepisma(2004); I balconi di Cortina, Ed. Gaspari (2005); C’era una volta un libro che parlava di bambini...la favola dell’amore, Digital Print; Co-autrice Ritmo e setting, Ed. Borla; Comunicazione e linguaggi in età pre-scolare, Ed. La Scuola; Il sogno di Omar, Editori riuniti (2010), Memorie di un fedele servitore, Ed. Portaparole (2012).

 

Il libro si apprende è “una storia d'amore bella e terribile, passionale e tenera, dolce e amara, difficile come tutti i rapporti amorosi, quando le diversità offuscano la mente. Tra il Canada, il Marocco e la Calabria si dipana il racconto di Hadji e Gemma, un viaggio di intrighi, rapimenti e sorprese. Dal Charlie's Café, tra le musiche c i suoni di una festa di Carnevale, la narrazione avanza leggera aprendosi talvolta alle questioni storiche e culturali, riflettendo sul dialogo tra culture apparentemente diverse, fino al colpo di scena finale, che proietta la vicenda in una dimensione di poesia e di novità”.

 

Tre citazioni inziali colpiscono il lettore, preparandolo ad una storia che si dipana tra realtà e sogno, razionalità e magia: “Siamo realisti! Esigiamo l’impossibile”(E. Che Guevara); Ogni realtà annienta il sogno” (Herman Hesse); “E’ dal deserto, da quella immensità che ha l’aspetto dell’eternità, che emerge l’Invisibile” (Tahar Ben Jelloun).

 

Come è stato sottolineato nel corso della conferenza, il libro è adatto a tutti i lettori, da quelli definiti “bulimici” per velocità e voracità a quelli più lenti. È una affermazione che sia adatta al testo in quanto può essere letto a diversi livelli.

 

Personalmente non mi hanno tanto “intrigato” lo stile thriller e la suspense tipica di tale genere, né sensuali descrizioni di amplessi o scene crude di stupro e violenze, quanto piuttosto l’ineffabile poetica magia che si sprigiona da alcune pagine su antiche tradizioni e leggende (come pag.124 sulla leggenda di Surima e delle ragazze scomparse attirate dalla scala scintillante che, salendo verso le stelle, le conduce alla Scuola della Luna), oppure quelle su diversità e integrazione, come pag. 105 in cui il prof. Zappalà afferma che “noi stessi siamo il prodotto di incroci e fusioni tra le più diverse culture ed etnie. Tutte le più grandi civiltà sono meticce, la purezza produce solo sterilità”. Ben delineati i personaggi (l’autrice, psicoterapeuta, è abile nell’’introspezione psicologica), accurate e documentate le informazioni su culture e tradizioni, da persona colta abituata a viaggiare e confrontare culture diverse.

 

Belli i versi di Paul Celan, più volte citati nel libro: ”Ci guardiamo/ ci diciamo cose oscure, /ci amiamo l’un l’altro come papavero e memoria,/dormiamo come vino nelle conchiglie, /come il mare nel raggio di sangue della luna./ Stiamo abbracciati alla finestra, ci guardano dalla strada:/ è tempo che si sappia!/ E’ tempo che la pietra si decida a fiorire, /che all’inquietudine batta un cuore. / E’ tempo che sia tempo./ E’ tempo”(Papavero e Memoria” P. Celan).

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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