Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

28/11/24 ore

“Il diario di Lena”



 

Il ventidue giugno 1941, tradendo il patto Ribbentropp-Molotov, la Germania nazista invade l'Unione Sovietica e fra la fine di agosto e gli inizi di settembre inizia l'assedio di Leningrado che durerà fino al gennaio 1944.

 

Lena Muchina è una sedicenne che frequenta la scuola, esce con le amiche e pensa alle imminenti vacanze estive. Poi arrivano i nazisti e la vita le cambia radicalmente.

 

Il suo diario, “Il diario di Lena” ed. Mondadori, è il racconto quasi giornaliero di questa ragazza che fra la fine di maggio e gli inizi di giugno vive i suoi ultimi momenti spensierati per poi scendere lentamente negli inferi della guerra, della fame e del freddo. L'inverno 1941-42, infatti, verrà ricordato come il periodo più drammatico vissuto dalla città e dai suoi abitanti: si conteranno quasi un milione di morti fra i civili, e i pochi abili al lavoro saranno cooptati per costruire strutture difensive o assistere i feriti negli ospedali.

 

Il diario è una descrizione dettagliata delle giornate inizialmente incentrate sui voti e sui compiti di fine anno, sulle amicizie e sui rapporti con i ragazzi, sui progetti per il futuro. L'autrice affida alle pagine le riflessioni, le considerazioni e i sentimenti comuni a gran parte dei suoi coetanei. Con l'inizio della guerra e con i primi bombardamenti la spensieratezza lascia il posto ai resoconti dei bollettini radio e alle interruzioni per le veloci fughe nei rifugi, alternati da espressioni di speranza, o forse anche di fiducia, che l'esercito sovietico sbaragli in fretta le truppe naziste.

 

Una fiducia che lentamente lascerà il posto all'ossessione per il mangiare, specialmente per il pane. Le pagine centrali, infatti, saranno dedicate quasi completamente alla mancanza di cibo (oltre che a quelle di acqua ed elettricità), alla debolezza sua e dei suoi familiari che Lena perderà durante quel terribile inverno, restando completamente sola proprio nei momenti più drammatici.

 

Particolarmente tristi sono le pagine seguenti: nonostante la grande voglia di vivere, Lena, come è anche naturale, attraversa momenti di vera disperazione e angoscia che riesce a comunicare con tutta la sua forza.

 

Qualche autore lo ha paragonato, per intensità, al Diario di Anna Frank. Pur essendo quasi coetanee e pur avendo vissuto lo stesso drammatico periodo, le esperienze delle due giovani sono completamente diverse, come d'altronde lo sono anche le loro conclusioni: Lena è, tutto sommato, di gran lunga più fortunata di Anna, vive libera e confortata dalla speranze di vittoria infuse dalla propaganda sovietica, mentre Anna è costretta a passare le sue giornate reclusa in un piccolissimo spazio a causa delle persecuzioni che la rendono estranea alla società circostante e che la porteranno a morire di stenti e malattia in un campo di sterminio nazista.

 

I due diari hanno comunque in comune il grande valore di una testimonianza storica. Quello della Muchina fu scoperto da un docente dell'università di San Pietroburgo negli archivi di Stato dell'Unione Sovietica ed è corredato da un'interessante prefazione e un'”indispensabile postfazione” che, nell'insieme, forniscono un quadro completo della drammatica esperienza di Lena e dei suoi concittadini.

 

Elena Lattes

 

 

 

 


Aggiungi commento