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30/11/24 ore

Referendum, #giustizia giusta con la responsabilità civile dei magistrati


  • Francesca Pisano

 

Con la campagna referendaria giustiziagiusta i Radicali riportano all’attenzione dei cittadini la tematica della responsabilità civile dei magistrati. La legge sulla quale intervenire attraverso il referendum abrogativo è la numero 117 del 1988, la cosiddetta legge Vassalli. I punti critici in essa evidenziati sono due, così come i quesiti rivolti questa volta alla popolazione italiana.

 

Nel primo viene richiesta l’abrogazione della tanto discussa “clausola di salvaguardia” dei magistrati. Si tratta del principio – sancito dal secondo comma dell’articolo 2 - in base al quale non sono risarcibili i danni derivanti dall’attività esercitata da parte dei magistrati nell’interpretazione delle norme di diritto, nella valutazione del fatto e delle prove. Abrogare questa clausola vorrebbe dire “allargare in modo consistente l’ambito di responsabilità del giudice”. In essa viene infatti identificato il fulcro essenziale sul quale si fondano interpretazioni della legge da parte dei magistrati.

 

Il secondo quesito promosso dai Radicali riguarda poi il potere che ha il giudice di dichiarare ammissibile la domanda di risarcimento avanzata da parte di chi subisce un danno ingiusto in seguito a un comportamento, un atto, un provvedimento posto in essere da parte della magistratura. La regolamentazione di questa procedura di ammissibilità è fissata dall’articolo 5 della legge Vassalli e proprio di esso viene richiesta l’abrogazione attraverso il referendum. La volontà di eliminarlo persegue lo scopo di togliere ai giudici il potere di scegliere in modo arbitrario quali siano le cause da perseguire e quindi da considerare ammissibili perché il soggetto danneggiato ottenga effettivamente il risarcimento.

 

Per avvalorare l’importanza di questi referendum i promotori rievocano il caso del “processo-mostro” di cui fu vittima Enzo Tortora. L’ingiustizia da lui subita non ha sanzionato chi emise la sentenza di condanna, né gli ha impedito di fare carriera nella magistratura.

 

Questa battaglia referendaria ha dunque il fine di garantire che “in tempi rapidi il cittadino possa ottenere il giusto risarcimento per i danni e le ingiustizie patite”. Ciò potrà realizzarsi rendendo “più agevole l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, anche per i danni cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove”.

 

Occorre considerare che la Legge Vassalli è stata emanata in seguito alla consultazione referendaria del 1987, promossa in primis dal Partito Radicale proprio sul tema della responsabilità civile dei magistrati. Anche in riferimento a questo momento della storia, la volontà popolare che si espresse attraverso l’istituto di democrazia diretta non è stata, ingiustamente, ascoltata.

 

E proprio in merito a ciò, la radicale Rita Bernardini ha più volte ribadito che “non possiamo permetterci di arrenderci a questo sfregio”, in quanto in Italia purtroppo “il diritto al Referendum va conquistato con entusiasmo e credendo che restituendo quella penna, quella firma, quel voto ai cittadini, si fa una gande opera di democrazia”.


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