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30/11/24 ore

Gay, Barilla: quel Mulino per sempre bianco


  • Florence Ursino

Ok per la pasta - dico io - ma, siamo seri, nessuno – e dico nessuno - fa le crostatine come lui. E i tegolini? E gli abbracci cioccolopannosi? No, non posso abbandonarlo, non posso boicottare Mr Barilla, a costo di accettare Banderas e la gallina Rosita come mio sposo e mia (Animale domestico? Cuoca? Amica del cuore?) per il resto dell'eternità, mentre la grande ruota del Mulino macina il grano seminato e raccolto dal mio ispanico mugnaio.

 

Eppure, pare che il destino di Guido Barilla, pronipote di Pietro – fondatore dell'omonima azienda – sia di inimicarsi almeno una buona fetta di tutti quegli ex bambini cresciuti con le farfalle nello stomaco e i fusilli in testa: agli aficionados non sarebbero infatti proprio andate giù le dichiarazioni del 55enne di Parma per cui “il concetto di famiglia è sacrale, uno dei valori fondamentali dell'azienda”.

 

Buon per te e per la gallina Rosita, penso io, ma lui no, non tiene a freno la sua lingu(in)a e, ai microfoni del 'La Zanzara', dice: “Non faremo mai uno spot gay perchè la nostra è una famiglia tradizionale”. E ancora: “A uno può non piacere: se gli piace la nostra pasta, la nostra comunicazione, la mangiano. Se non gli piace quello che diciamo, faranno a meno di mangiarla e ne mangiano un'altra. Uno non può piacere sempre a tutti”.

 

E neanche dodici ore dopo l'indignazione è lievitata che nemmeno i pangoccioli della mia amica gallina Rosita e lui è là, temuto, venerato, seguito, passa veloce per i polpastrelli di tutti: lui, l'Hashtag: #boicottabarilla, twittano centinaia di uccelletti blu. Perchè, scrive il popolo della rete, se è vero che 'dove c'è Barilla c'è casa', è vero anche che quella casa mai potrà accettare due papà o due mamme: il Mulino, insomma, bianco vuole restare, e non c'è arcobaleno che tenga.

 

Che poi, mi chiedo, che colpa ne ha il buon Guido (e la mia Rosita), se gli omosessuali italiani devono ancora migrare per poter mettere su la tanto cara 'famiglia tradizionale' pronunciando in un altra lingua il loro 'sì'? Perchè prendersela con il signor Barilla (e la mia Rosita) se è la mentalità nostrana ad essere il terreno fertile per tutto quel grano omofobico? Certo, mi dico, poteva anche evitare, il signor Barilla, di essere così categorico e sottolineare quel 'mai'. Se Rosita fa i biscotti, anche i gay possono essere una famiglia.

 

Poi capisco. Furbetto, il signor Barilla. Scatena l'inferno a colpi di Cornetti, risveglia gli Ogm con il trillo dei Flauti e resta lì, aspettando che l'Apocalisse genetica si abbatta sulla mia Rosita per fare i casting con Almodovar e trovare un degno sostituto che faccia compagnia al mio Banderas. Così, penso mentre uno Spicchio di sole mi illumina il viso, anche la famiglia potrà essere geneticamente modificata e il mio Antonio non dovrà parlare più sempre e solo con una gallina.


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