Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

29/11/24 ore

Proposta Bonino per una no-fly zone in Siria. Aspetti militari e politici



di  Mario Arpino (da Affari Internazionali)

 

“Sulla Siria Emma Bonino ha compiuto un’ammissione che altri suoi colleghi ministri degli esteri sono restii a pronunciare in pubblico”. Lo riporta il Corriere della Sera di venerdì 17 maggio. Il fatto si riferisce all’audizione alle Commissioni esteri di Camera e Senato, riunite il giorno precedente, quando il ministro, invitata da un deputato ad esprimere un giudizio sull’eventuale imposizione di una no-fly zone, con grande franchezza aveva risposto: “Credo si debba arrivare lì, e arrivare molto presto”. Ha poi aggiunto che si tratta “proprio di una di quelle proposte che altri devono avanzare, anche se sostenerlo è un po’ un armiamoci e partite”.


Responsabilità della politica

Quando si inizia con questo tipo di operazioni si sa come si comincia, ma non dove si finisce. O, meglio, se si pensa all’evoluzione dei casi precedenti – ricordiamo Iraq, Bosnia, Kosovo e Libia – il “dove si finisce” non lascia molto spazio all’immaginazione. In Iraq dopo 12 anni, in Bosnia e Kosovo dopo molti mesi, in Libia – ma solo per la fuga in avanti francese – solo dopo poche ore, la conclusione è stata la guerra. Emma Bonino se ne rende ben conto, lo si comprende dal tono delle sue parole.


È molto positivo che queste dichiarazioni, una volta tanto, siano state esplicite, e ne rendiamo merito al ministro. Nessuno potrà nascondersi quando dalla conferenza degli “Amici della Siria”, il 22 maggio ad Amman sortirà una pressione sul Consiglio di sicurezza a passare a vie di fatto, come per la Libia. O quando il tentativo di colloquio tra le parti, scaturito come ultima spiaggia dal recente incontro tra Erdogan e Obama a Washington – entrambi desidererebbero anche la partecipazione del regime siriano – fallirà miseramente per l’opposizione o la non partecipazione dei ribelli. Ovviamente, assieme a Emma Bonino, noi ci auguriamo che le cose non vadano proprio così. …

 

prosegui la lettura integrale su affarinternazionali.it

 

 


Aggiungi commento