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01/12/24 ore

L’emergenza giustizia: lo squilibrio tra i poteri, la debolezza del ceto politico. Intervista a Biagio de Giovanni



Il prof. Biagio de Giovanni è intervenuto spesso per sottolineare come la riforma della giustizia sia prioritaria per avviare un più complessivo processo di cambiamento del Paese. In questa conversazione con il direttore Giuseppe Rippa, affronta il tema della contro produttività del sistema giustizia in Italia, che resta ben lontano dai parametri degli altri Paesi e rischia di compromettere la nostra stessa presenza nell’ambito dell’UE.

 


 

La questione della riforma della giustizia è centrale rispetto alla crisi politica generale, sia per quanto riguarda gli equilibri di potere che i meccanismi del regime corporativo, che ha contraddistinto l’Italia. Qual è la tua chiave di lettura riguardo alla centralità della riforma della giustizia, come punto di passaggio essenziale per avviare un qualunque percorso di cambiamento nel nostro Paese?

 

L’Italia ha molte “emergenze” e non cresce proprio perché queste emergenze si accavallano l’una sull’altra. Una di queste emergenze, secondo me la più importante, insieme al debito pubblico, è quella della giustizia. Va fatta una premessa di natura storico-politica.

 

L’emergenza giustizia si profila negli anni ’90, con l’anomalia che non mi stanco di sottolineare da almeno quindici anni e cioè che, per la prima volta nella storia moderna, un intero sistema politico cade sotto i colpi della magistratura. Da allora, sia pure con vicende alterne, l’ordine giudiziario ha assunto un ruolo imponente in Italia, che non è presente in nessun altro Paese democratico. Si tratta di una vera e propria prevaricazione – non esito a usare questo termine forte – che si è manifestata sia nel processo alla Storia della Repubblica, svolto a Palermo, sia nella continua pressione sulla classe amministrativa e politica. Naturalmente, nessuno sottovaluta gli elementi di degenerazione e corruttela di cui era e è intriso il sistema politico italiano, ma questo argomento non è sufficiente a giustificare la situazione creatasi. Le modalità con cui la magistratura apre le sue inchieste sono tali da mettere in discussione anche una minima autonomia del potere amministrativo e spesso anche delle stesse decisioni politiche...

 

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