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01/12/24 ore

Grillo, quando il Porcellum era davvero una porcata


  • Ermes Antonucci

Dopo il monito inviato dal presidente della Repubblica Napolitano ai presidenti delle Camere (“La proposta di una nuova legge elettorale è oramai opportuna e non rinviabile”), la questione della revisione del “Porcellum” è tornata ad avere rilievo nell’agenda politica, quindi anche in quella di Beppe Grillo.

Questi, nonostante continui a ripetere di essere a capo di un movimento e non di un partito (dato che “i partiti sono tutti morti”), non ha perso occasione di esprimersi sulla disputa partitica per definizione, quella che riguarda proprio la legge elettorale.

 

Ha detto Grillo: “L’attuale fregola per modificare la legge elettorale deriva dalla paura di mollare le poltrone, e forse anche il governo. Con il Porcellum, del quale per tutta una legislatura non è fregato nulla a nessuno, il M5S potrebbe ottenere il premio di maggioranza”.

 

La visione cospirazionistica grillesca finisce per abbracciare anche la legge elettorale: molto semplicemente, si vuole riscrivere il Porcellum per impedire al Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni. Da queste basi, il comico genovese lancia la sua campagna contro ogni modificazione dell’attuale legge elettorale, e annuncia la volontà di tirarsi fuori da una simile discussione su mere “alchimie elettorali”. Non male per uno che per anni ha fatto dell’anti-porcata il proprio cavallo di battaglia. Ma andiamo con ordine.

 

È l’8 settembre del 2007, quando in tutta Italia si tiene il Vaffanculo-Day, una manifestazione patrocinata da Grillo finalizzata alla raccolta delle firme necessarie per la presentazione di una legge di iniziativa popolare. Tra i punti della proposta, il terzo recita: “I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta”. Un concetto ribadito quel giorno da Grillo sul palco a Bologna: “Il Parlamento è occupato da abusivi scelti dai segretari di partito. (…) Nessuno li ha eletti. Ci hanno tolto anche la libertà di votare il candidato. Non voglio che i partiti decidano chi deve essere eletto in Parlamento”.

 

Si passa al 6 febbraio 2008, quando nel suo blog Grillo scrive un post dal titolo, tutt’altro che enigmatico, “La legge elettorale è incostituzionale”. Qui Grillo afferma di aver riletto la Costituzione italiana e arriva alla seguente conclusione: “La legge elettorale “porcata” imposta dal centro destra nel 2006 ha cancellato un referendum e eliminato la preferenza diretta. Una legge incostituzionale. Non si può andare alle elezioni con questa legge, il risultato sarebbe illegittimo, impedire la scelta diretta del candidato limita il diritto di voto, aver cancellato il referendum ha tolto ogni sovranità al popolo”. “Questa classe politica autoreferenziale – aggiunge Grillo – ha cancellato due referendum sulla legge elettorale. Decide a tavolino chi ci deve rappresentare in Parlamento. E' costituzionale questo? E se lo fosse, allora che cosa è incostituzionale?”.

 

Il 25 aprile 2008, giorno del secondo V-Day (questa volta dedicato ai media), da Piazza San Carlo a Torino Beppe Grillo torna ad attaccare il Porcellum: “Siamo andati a votare delle elezioni assolutamente anticostituzionali, assolutamente irregolari e fuori legge. (…) Avevamo fatto un referendum per cambiare la legge elettorale! E il referendum si doveva fare prima delle elezioni, non dopo!”.

 

Il 12 aprile 2009, poi, Grillo si scaglia contro Maroni e “lo psiconano” (Berlusconi ndr) per non aver accorpato il referendum abrogativo della legge elettorale con le elezioni europee. Il referendum contro il Porcellum è preso così tanto a cuore – e il comportamento delle istituzioni ritenuto così illegittimo – da spingere Grillo a dichiarare: “Se dovevamo vivere sotto una dittatura, allora era meglio il fascismo di questi marchettari della televisione e dei giornali”.

 

Passando a tempi più recenti, l’11 novembre del 2011, con Mario Monti eletto senatore a vita e in attesa dell’incarico di governo, l’ormai ex comico sostiene l’inopportunità di andare al voto con l’attuale legge elettorale: “Le elezioni in questo momento, con questa legge elettorale, sarebbero una sciagura. Monti non è stato eletto da nessuno. E' stato nominato da Napolitano. Il Parlamento a sua volta non è stato eletto da nessuno. E' figlio di una legge elettorale incostituzionale. Il Parlamento è stato nominato dai segretari di partito. Napolitano è stato eletto dalle camere riunite elette da nessuno. Napolitano è stato quindi nominato dai nominati. Questa è la situazione che può essere modificata solo da una nuova legge elettorale”.

 

Perfino qualche mese fa, precisamente il 7 gennaio 2012, Grillo proclama: “Il cittadino non può votare per un candidato, i segretari di partito decidono per lui chi sarà senatore o deputato. La Costituzione non garantisce la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, questo è un fatto, e quindi in parte va cambiata e sottoposta a referendum confermativo”.

 

Si arriva dunque al 10 luglio 2012, giorno in cui, come abbiamo visto, Grillo si dice contrario a qualsiasi modificazione della legge elettorale che potrebbe colpire il proprio movimento. Il celebre, incostituzionale, illegale, antidemocratico Porcellum è così diventato accettabile.


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