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30/11/24 ore

Pannella, il voto di un popolo privato della democrazia



di Marco Pannella

 

Il voto per Beppe Grillo è stato l’unico voto libero, di dissenso, che nelle scorse elezioni si poteva ragionevolmente esprimere a livello di massa, ed è un voto che non è stato determinato dall’online, come dicono tutti.

 

Il voto per Grillo è in diretta proporzione agli ascolti televisivi forniti agli italiani dai principali telegiornali e “talk-show”: nella classifica lui era 6° per ascolti fra gli esponenti politici, mentre io ero 270°! Cioè in quanto Radicali non ci siamo, NON C’È comunicazione quando sei il 270° per ascolti! È un dato meramente aritmetico, astratto, cioè privo di qualsiasi contenuto informativo e comunicativo (dati del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva).

 

La presenza di Grillo in tv, invece, era caratterizzata da una differenza sostanziale. Lui non andava “in televisione”: le televisioni di Regime andavano loro da lui, sicché il Regime radiotelevisivo italiano sceglieva, con suoi criteri, i momenti di massima efficacia oratoria, televisiva, di contenuti. I pochi altri, che hanno avuto anche più ascolti di lui, andavano certo nei tg e negli studi tv, dibattevano di tutto e di niente, non dibattevano di “temi proibiti”, e comunque non trasmettevano alcuna emozione intellettuale autenticamente sociale e personale – soci, come sono, impegnati tutt’al più a litigare sulla spartizione del comune bottino di Regime.

 

Il voto a Grillo è stato, per me, soprattutto il voto di quanti sono stati finalmente coerenti di fronte a una situazione umana, quasi antropologica, di letterale insopportabilità del Regime imperante: decidendo quindi in questa occasione di non sopportarla più. Dico “coerenti”, nel respingerla: il che ahimè non comporta coscienza, consapevolezza del modo col quale superare l’insopportabilità.

 

La coscienza e la conoscenza, invece, dell’alternativa e dell’alterità storica Radicale è ormai da decenni vietata, censurata, sottratta alla conoscenza e al giudizio democratico del popolo sovrano. Sono sentimenti comprensibili. Se uno ne ha piene le palle di qualcosa, ritiene che la cosa sia impossibile, coglie la prima occasione che gli viene offerta per dire: così comunque non può più andare avanti.

 

È gente che non ha potuto discutere, seguire proposte attendibili di correzione e di mutamento di Regime, ma che ha stabilito che quando una cosa è insopportabile, è INSOPPORTABILE! Non è come il nostro Presidente della Repubblica, che “da l’esempio”! Lui indica che come Paese siamo in flagranza di reati evidenti, ma continua a sopportare… Anzi, a giustificare!

 

Quindi, davvero, un voto di brava gente, l’unico voto consentito ad un popolo privato di democrazia, di conoscenza, di proposte e prospettive alternative e davvero… altre. Di quelle che ci si trova a potere conoscere e quindi poi giudicare, scegliere o rifiutare. (fonte radicali.it)


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