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02/12/24 ore

“Ventotene 2” ?


  • Silvio Pergameno

Nel 1941 due antifascisti al confino nell’isoletta di Ventotene, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, compilarono il documento politico conosciuto come il “Manifesto di Ventotene”. Era un momento nel quale le forze dell’ “Asse” sembravano vittoriose, ma i due autori davano per scontato che la vittoria non sarebbe arrisa a Hitler e Mussolini: il problema dei due confinati era quello della ricostruzione della democrazia in Europa nel dopoguerra.

 

Nel documento era formulata una tesi di fondo: se nel dopoguerra si fossero ricostituiti gli stati nazionali con piena sovranità nazionale nessuna vera democrazia sarebbe venuta in essere, perché la crisi gravissima che pensiero,azione e istituzioni democratiche avevano subito nella prima metà del secolo ventesimo, con i due immani massacri scatenati nel 1914 e nel 1939 erano il frutto del trionfo dei nazionalismi dominanti negli stati europei e all’ideologia che ne costituiva il tessuto e che attribuiva alla democrazia tutti i guai che affliggevano i paesi europei. Riprodurre gli stessi stati nazionali, con le stesse istituzioni, la stessa cultura, le stesse strutture economiche e sociali non avrebbe consentito di porre in essere alcuna vera democrazia.

 

Nel secondo dopoguerra gli stati nazionali sono stati ricreati, ma un comune fondamento culturale non è stato elaborato, una comune politica europea non è stata formulata: si è soltanto ritenuto che i paesi della vecchia Europa dovessero andare d’accordo, tagliando le punte estreme dei nazionalismi e delle rivalità nazionali e si è, comunque, pensato che seguire la strada di forme di collaborazione e integrazione economica avrebbe (meccanicamente) determinato una progressiva integrazione politica.

 

Il massimo avanzamento su questa strada ha prodotto l’adozione della moneta unica, con le ben note difficoltà che essa incontra, con i problemi generati dalla globalizzazione e con la riunificazione della Germania come fatto nazionale con una politica orientale che si è risolta nella ricostruzione di una Russia postcomunista come grande potenza eurasiatica e che lega a sé l’Europa in una condizione di dipendenza energetica, e con una Germania dominante in Europa.

 

E in questa Europa rispuntano i germi delle contrapposizioni nazionali, si indeboliscono i partiti democratici e le forze politiche di ispirazione cristiana – quelle che nel dopoguerra avevano maggiormente sostenuto una politica di integrazione europea - sono scomparse in Francia e in Italia, mentre in Germania esse si sentono sempre più condizionate dall’avanzata di un nuovo movimento nazionale come l’ “AfD”e in Italia leghisti e pentastellati predicano contro l’Europa e vedono con favore le offerte di Putin sul piano di scambi commerciali che potrebbe aiutare la ripresa in Europa, ma in una condizione di sempre maggior dipendenza dal colosso orientale, imperialista nel postcomunismo, come nel comunismo, come nello zarismo: anche in Russia la dimensione statuale condiziona tutto il resto (come ha distrutto la Società delle nazioni e come ha vanificato l’ONU come garante di rapporti pacifici fra gli stati).

 

Così è sorto l’allarme che ha generato l’incontro dei tre big europei che Renzi ha voluto a Ventotene per rilanciare l’Europa dopo l’uscita del Regno Unito, con il timore che questo avvenimento potesse trovare seguaci e con la necessità di affrontare i problemi del terrorismo e delle migrazioni di massa. Nella riunione di Ventotene è stata confermata la volontà di proseguire sulla strada di Bruxelles e di Strasburgo e sono state concordate alcune iniziative da portare alla riunione del prossimo Consiglio europeo a Bratislava. E dietro questo ci sono le elezioni europee in Francia e in Germania nel 2017… Hollande ha paura del Front National e Merkel di Alternative fuer Deutschland, ma dimostrano di non avere strumenti per fare una vera battaglia e finiscono per subire inseguire i portatori di rinnovati nazionalismi, mentre in Italia lo scontro tra Renzi e la minoranza del suo partito e quello tra “Sì” e “No” sul referendum istituzionale rischia di rattrappirsi sul piano giuridico quando non a un giudizio sul capo del governo.

 

Né da Ventotene è uscito un discorso su problemi grossi come il completamento dell’Unione Bancaria o dell’istituzione di un Ministro delle Finanze europeo, proprio per andare avanti con l’integrazione economica affrontando problemi…politici. Non è niente, certamente. Ma non è la ripresa del discorso formulato nel “Manifesto di Ventotene” e la visita resa alla tomba di Altiero Spinelli corre il rischio di diventare l’omaggio a un sognatore dell’unità europea e non a un combattente per unificazione federale dell’Europa. Non è niente, perché la Gran Bretagna ha sempre rappresentato l’ostacolo maggiore sulla strada del superamento della democrazia legata allo stato nazionale: la democrazia è nata legata alla “nazione”, come espressione storica del “popolo”, ma da alloramolta acqua è passata sotto i ponti e le democrazia, poi, va vista nel mondo globalizzato di oggi.

 

Nel corso della storia il principio di nazionalità come mezzo per la dare la parola ai popoli ha avuto un esito infausto: ha fatto delle nazioni gli eredi degli stati delle monarchie assolute, delle loro rivalità, del loro spirito di conquista, della loro tendenza a primeggiare. Anche se molti diritti sono stati conquistati, i popoli “fratelli” sono diventati nemici, i progressi della scienza, della tecnica, dell’industria sono cresciuti nel quadro delle “protezioni” nazionali, gli interessi “nazionali” hanno nutrito le campagne bellicose e sono diventati strumento di lotta contro le libertà, denunciate come cause di debolezza e di inefficienza degli stati; a partire da Bismarck le politiche “sociali” sono state “nazionalizzate” da movimenti reazionari… e nazionalizzati sono stati i liberali, nazionalizzati i socialisti, nazionalizzati i comunisti…

 

E’ questa la storia, sono questi i riferimenti da mettere in prima linea nel discorso politico attuale e che, invece, nel discorso politico attuale sono sempre ignorati: fantasmi che è meglio lasciar cadere nel dimenticatoio. Meglio esaltare le costituzioni più belle del mondo (quella europea era forse la più brutta e per questo forse i francesi la hanno rigettata…). Meglio preoccuparsi che, non si sa mai, possa venire in essere un governo che governa e tolga spazio ai partiti e… alle municipalizzate…

 

 


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