Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

01/12/24 ore

Pena di morte, all'Onu piccoli (grandi) passi verso il No



Piccoli ma decisi passi in avanti nella lotta globale alla barbarie rappresentata dalla pena di morte. Sono infatti 110 i Paesi membri delle Nazioni Unite che, lo scorso 19 novembre, hanno votato a favore di una nuova Risoluzione, la quarta dal 2007, con la quale si chiede l'abolizione delle esecuzioni capitali; all'ultimo voto, nel 2010, erano stati 107 i Paesi a sostenere la Risoluzione.

 

Il via libera al documento, approvato dalla Terza Commissione dell'Assemblea Generale e al vaglio dell'organo Onu nella sessione plenaria di dicembre, giunge dunque da un numero 'record' di Paesi e conferma una lieve diminuzione del numero dei 'no': 39 (contro i 41 del 2010) sono gli Stati membri che ancora adottano nei loro codici la pena capitale, tra cui Giappone, Cina, Siria, Egitto, Corea del Nord, Iran, Arabia Saudita e Stati Uniti mentre Paesi come la Repubblica Centrafricana, il Niger e la tunisia, che si erano astenuti nel 2010, per la prima volta hnno votato a favore.

 

La Risoluzione, sulla scia dei documenti precedenti, esorta i 193 Stati membri delle Nazioni Unite (uno in più rispetto a due anni fa, il Sud Sudan che, nonostante faccia parte di quelle realtà dove il boia è attivo, ha votato a favore del documento) a porre in atto una moratoria delle esecuzioni in vista della lora abolizione. Secondo i dati forniti dal Palazzo di Vetro, la pena di morte è ancora in vigore in 58 Stati, mentre è stata abolita, di fatto o per legge, in 150 nazioni.

 

Soprattutto a queste si appella dunque la Risoluzione, chiedendo che venga ridotto il numero dei reati per i quali la pena capitale può essere applicata, limitando progressivamente l'utilizzo della pratica. Il voto ottenuto dall'Assemblea Generale, segna comunque un “grande risultato”, come ha dichiarato sul suo account Twitter la Norvegia, che ha avuto un ruolo di primo piano nella lobby a favore della Risoluzione.

 

“L'obiettivo immediato – spiega invece il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi – è intanto quello di accrescere ulteriormente i consensi alla Risoluzione in vista del voto di fine anno a New York, nella sessione plenaria”. “L'ampliamento del novero di Paesi di tutte le aree del mondo contrari alla pena capitale – ha continuato il titolare della Farnesina- spinge ora l'Italia a proseguire con sempre maggiore convinzione il suo impegno in tutte i fora internazionali affinché tutti gli Stati che ancora la prevedono nella propria legislazione introducano da subito una moratoria delle esecuzioni'”.

 

E proprio per sostenere il processo abolizionista interno al Ciad e ottenere il suo sostegno alla Risoluzione delle Nazioni Unite per una moratoria universale delle esecuzioni capitali, in questi giorni è in corso una missione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale nel paese africano. (red)


Aggiungi commento