Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

29/11/24 ore

Fine vita: la Francia discute e decide, l’Italia fa la gnorri



"Dormire prima di morire per non soffrire". Questo lo spirito, come ha affermato il neogollista Jean Leonetti, del nuovo testo di legge approvato dall’Assemblea Nazionale francese in tema di fine vita che prevede una "sedazione profonda e continua" per i pazienti in fase terminale. La norma, passata con 436 voti a favore e 34 contrari, modifica la cosiddetta "legge Leonetti" del 2005 contro "l'accanimento terapeutico" che già autorizza il medico a somministrare, con il consenso del paziente, "dosi terapeutiche in grado di alleviare il dolore, anche se con il rischio di abbreviare la vita".

 

La nuova norma non apre in Francia all’eutanasia legale come in Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera. Si tratta invece di una soluzione parziale “perché – spiega Marco Cappato – tesoriere dell’associazione Luca Coscioni - obbliga a passare attraverso una procedura di sedazione in alcuni casi immotivatamente lunga, obbligando il paziente e i suoi cari ad una attesa ingiustificata pur di non consentire la somministrazione di una sostanza letale ad effetto immediato. Tale scelta non corrisponde a una logica medica, ma soltanto alla volontà di evitare uno scontro politico diretto sull'eutanasia”.

 

Tuttavia – sottolinea l’esponente radicale - la novità più importante di questa legge è che darà al malato l'ultima parola (mentre fino ad ora il suo parere non era vincolante per i medici)”.

 

Seppur non soddisfacente, secondo i promotori di una legge nel nostro paese il Parlamento transalpino dimostra con l’approvazione di questa riforma di saper discutere e comunque decidere sul fine vita. A differenza dell’Italia dove si fa di tutto per ignorare le sollecitazioni che provengono da più parti, compresa quella inserite in una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel settembre 2013 che attende almeno una candelarizzazione.

 

Proprio per aprire il confronto anche nel nostro Parlamento, giovedì 19 marzo, presso il Senato della Repubblica, Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, un convegno dal titolo "LIBERI FINO ALLA FINE: IL PARLAMENTO SI FACCIA VIVO - L'urgenza di buone regole e buona informazione su testamento biologico e eutanasia". (red)

 

 


Aggiungi commento