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30/11/24 ore

Alimentazione, un sistema malato


  • Federica Matteucci

Le persone che soffrono la malnutrizione sono 870 milioni. Lo situazione è ancora più ‘’scandalosa se si pensa che questo avviene nonostante l’offerta di cibo sia sufficiente e, in alcuni casi, eccessiva. Lo squilibrio tra domanda e offerta di cibo da luogo a un sistema alimentare inadeguato’’.

 

Con questa denuncia il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva apre la Giornata mondiale dell’alimentazione 2013, promossa dalla FAO per commemorare l'anniversario della sua fondazione. Sistemi alimentari sani generano persone sane. E’ malato quel sistema in cui in uno ogni 4 bambini sotto i cinque anni soffre di rachitismo come pure quello in cui circa 1.4 miliardi di persone sono in sovrappeso e un terzo di questi obesi, ad alto rischio di diabete, con problemi alle coronarie e al cuore. Sì, anche questa è malnutrizione.

 

Quest’anno i riflettori sono puntati sui cosiddetti “Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione”. L’ambiente, le persone, le istituzioni e i processi con cui le derrate agricole vengono prodotte, trasformate e portate al consumatore sono gli elementi cardine di quello che viene definito un sistema alimentare, dalla cui sostenibilità dipende l’accesso al cibo, la disponibilità di questo e la possibilità del consumatore di condurre una dieta diversificata e nutriente.

 

Il concetto di ‘’sistema’’ ci pone davanti all’esigenza di politiche e interventi di tipo ‘’olistico’’, propone la FAO, pensati e progettati tenendo conto dei singoli elementi di un sistema alimentare e delle modalità di interazione fra essi. Necessaria quindi un’azione integrata e interventi complementari in agricoltura che considerino la gestione delle risorse naturali, l’istruzione e la sanità pubblica.

 

A tal proposito, più volte durante la cerimonia di apertura, è stato posto l’accento sull’importanza di una sana educazione alimentare volta anche alla riduzione e eliminazione degli sprechi, e sul ruolo cardine che le famiglie e soprattutto le donne svolgono in questo processo.

 

Per definizione un sistema alimentare sostenibile produce un’alimentazione corretta per tutte le persone che ne sono parte assicurando nello stesso tempo la capacità alle generazioni future di alimentarsi autonomamente; utilizza le risorse in maniera efficace in ogni singola fase del processo che va ‘’dalla fattoria alla forchetta’’; ottiene il massimo del cibo da ogni singola goccia d’acqua, lembo di terra e minuto di lavoro; è in grado di risparmiare le risorse per il futuro evitando sprechi.

 

I quasi 870 milioni di persone nel mondo che attualmente soffrono di malnutrizione cronica, sono un segno chiaro ed evidente di come la possibilità di un’alimentazione adeguata sia ancora un diritto per il quale – purtroppo – si deve ancora lottare.

 

Di fronte a queste cifre allarmanti, non sarebbe forse scorretto parlare di "Olocausto per la fame nel mondo", espressione queste cui di fronte ai 40 milioni di morti per fame e per denutrizione che un rapporto dell’ONU degli anni ‘80 denunciava, i Radicali si sono serviti per poi lanciare una campagna pluriennale per un intervento straordinario “contro lo sterminio per fame nel mondo”.


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