Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

29/11/24 ore

'Slow Food Story', la rivoluzione targata Petrini


  • Florence Ursino

“A proposito di politica...ci sarebbe qualcosa da mangiare?” chiedeva Totò. Oggi quella domanda perderebbe probabilmente la sua copertura croccante di amara ironia se a rispondere fosse il buon satiro Carlo Petrini, sacerdote pagano che negli ultimi 30 anni ha consacrato la sua vita a celebrare il fertile sposalizio tra Cibo e Politica.

 

E' il 1986 quando 'Carlìn' - braidese e comunista dalla mente e dal cuore in perenne fermento – dà vita ad ArciGola, 'distaccamento' dell'ARCI totalmente incentrato sulla gastronomia. O meglio, sulla difesa e la passionale promozione di uno dei piaceri più sensuali, atavici, contagiosi e troppo spesso indegnamente soddisfatti dell'essere umano: il cibo.

 

Tre anni e migliaia di tesseramenti dopo, a Parigi la spirale ipnotica di una chiocciola diverrà il simbolo di un movimento no-profit a tutt'oggi in lenta e straordinaria espansione: Slow Food è la rivoluzione e Carlo Petrini ne è il lider maximo.

 

Un progetto visionario, ambizioso, eroico - quello del fondatore della prima Radio libera d'Europa (Radio Bra Onde Rosse) - che Stefano Sardo, sceneggiatore prestato alla regia, ha deciso di raccontare portando sul grande schermo la storia di un uomo assurto oramai a potente demiurgo, nuovo messia per una nuova Trinità: quella del cibo 'buono', 'giusto' e 'pulito'.

 

Forse è proprio qui che risiede l'unica macchia sulla confezione colorata e raffinata di un documentario che - come suggerisce il titolo stesso, 'Slow Food Story' – si propone di ricostruire il percorso goliardico e brillante di un movimento che affonda le sue radici nelle feconde terre delle langhe piemontesi.

 

Il lavoro di Sardo – anch'egli braidese, nato e cresciuto fra le braccia di quella rivoluzione – a tratti pare infatti rimanere incagliato fra la volontà di esaltare la sincerità e il genio di un progetto che ha effettivamente modificato il concetto di 'mangiare' e il quasi inevitabile, lungo e glorioso encomio del creatore di quel progetto.

 

Attraverso l'oculato utilizzo di vecchie foto, romantici filmati d'epoca, disegni animati e una mai invadente colonna sonora, Slow Food Story mira a raccontare la potenza di un' Idea diventata politica attiva (e viceversa), contagio, diffusione, rispetto, 'presidio'. Era dunque forse inevitabile che il risultato fosse infine un ritratto apologetico dell'uomo che quell'Idea l'ha partorita (assieme ai suoi fraterni amici, Azio Citi e Giovani Ravinale), allevata, esportata in tutto il mondo.

 

Il documentario assume così i tratti di un biopic sulle lungimiranti azioni di Petrini, carismatica guida della lunga carovana di cultura, tradizione, identità locale e biodiversità di cui Slow Food si è fatto promotore, senza però descrivere le asperità naturali del suolo su cui quella carovana si muove.

 

Ciò che manca è l'ostacolo, un accenno a quei piccoli, grandi compromessi, a quelle decisioni difficili che si nascondono dietro dietro il sipario delle rivoluzioni. Ciò che manca non è tanto il conflitto, quando una sua quantomeno abbozzata intuizione, l'ombra del dissenso.

 

Nessuno potrebbe mai criticare la nobile battaglia nonviolenta di un uomo che da 'compagno', amico, fratello, socio diventa progressivamente e iconograficamente, sciarpa al collo e bambini africani al seguito, strenuo difensore di valori sani, di ingredienti necessari per un futuro eco-sostenibile e 'godereccio'.

 

Questo sembra essere l'assunto del film, a cui ciò nonostante va sicuramente riconosciuto il merito di aver puntato i riflettori su un importante cambiamento in atto che, partendo dal palato e dallo stomaco si prepara alla conquista del cuore e del cervello. Perché, Virginia Woolf docet, “uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”.

 

Genere: Documentario

Titolo originale: Slow Food Story

Paese / anno: Italia / 2013

Regia: Stefano Sardo

Sceneggiatura: Stefano Sardo

Fotografia: Giovanni Giommi

Montaggio: Stefano Cravero

Colonna sonora: Valerio Vigliar

Produzione: Indigo Film, Tico Film

Distribuzione: Tucker Film

Durata: 74'

Data di uscita: 30-05-2013

Sito web: http://www.slowfoodstory.com/


Aggiungi commento